1) Diamo il benvenuto a Vincent Vega, mente principale e fondatore degli Hate Inc. Sono lieto di dare spazio al tuo progetto sulla nostra webzine, Vincent. Potresti far luce sul tuo progetto e descrivere ai nostri lettori come nacque?

Io vi ringrazio per lo spazio su ERASKOR.COM e sono lietissimo di fare una chiacchierata con voi! Il progetto Hate Inc. nasce un pò’ di anni fa, attorno al 2002. Inizialmente, era solo un one-man-project in cui io mi occupavo di tutti i lati compositivi ed esecutivi.

Sono sempre stato affascinato dalla scena industrial metal, e non potendo militare in una band del genere all’epoca per vari motivi (1- genere quasi sconosciuto in questa landa desolata – 2- ero impegnato a tempo pieno in altri progetti in cui suonavo la batteria),mi limitavo a divertirmi a casa con drum machines e compagnia bella, poi col tempo ho capito che per fare qualcosa di serio nella musica (come in politica e in tutti i campi del resto) c’era bisogno di un leader, di qualcuno che sacrificasse il proprio tempo per un progetto, qualcuno che si preoccupasse di tutti gli aspetti della band. In primis quello del darle una ragion d’esistere; che mettesse se stesso e le proprie cose in secondo piano per permettere al progetto di andare avanti in modo professionale.

In tutte le band in cui ho militato da batterista, i front-man o i leader, qualora ce ne fossero, avevano la massima espressione di impegno musicale nel presentarsi alle prove, altri semplicemente sono spariti nel nulla… alla fine ho mandato tutto a quel paese e ho fondato la mia band. HATE INC. è un estensione della mia personalità, è il modo più facile e diretto che ho per esprimermi ed è il modo più semplice per conoscermi. Quando sono arrivato a un certo numero di brani completi ho preso la decisione di farne una vera e propria band e dedicarmi solo e soltanto a questo progetto con lo scopo di farlo crescere e divenire una realtà di cui potessi andare orgoglioso.

Ho coinvolto WILL MARS, alle tastiere, con cui collaboravo già da tempo e che aveva anche partecipato ad alcune sessioni di registrazione “primordiali” degli HATE INC.; poi sono arrivati Schwarz al basso, Dave alla batteria e Roxxxy alla seconda chitarra, così oggi ci presentiamo al pubblico e siamo soliti riferirci alla band come una famiglia, non nel senso “docile” del termine ma come famiglia in “dogfather style” una sorta di coinvolgimento e dedizione totale alla band, ed effettivamente sono molto soddisfatto di come vanno le cose ora, dopo lunghi periodi di tribolazioni, problemi, sostituzione di membri e disinteresse, ora HATE INC. possiede più forza che mai ed è proprio il momento migliore per mettere fuori la testa in questo mondo mediocre.

2) Il 31 ottobre avete rilasciato il promo “Fragments” che anticipa il rilascio del vostro primo full-lenght “Art Of Suffering”. Complimenti per il materiale contenuto in questo disco, davvero molto valido.
Cosa ti ha spinto a rilasciare un promo prima del full-lenght? Stai cercando agganci con qualche valida etichetta discografica?

Grazie! La decisione di rilasciare questo promo è stata dettata dal fatto che ci siamo resi conto di avere effettivamente un buon prodotto per le mani e sarebbe stato uno spreco, di forze e anche finanziario,fare uscire un album da perfetti sconosciuti (perché come ben sapete, fare musica costa…),quindi parlando con Victor siamo arrivati a prendere questa decisione.

Rilasciando Fragments vogliamo presentare HATE INC. al pubblico, alla stampa, alle webzine e agli addetti ai lavori senza sfornare tutto l’album. Un “assaggio” per presentarci al mondo e fare girare il nome in modo che il full lenght abbia una base solida da cui partire. E poi, si, anche per valutare proposte da eventuali etichette,ci stiamo già muovendo in questo senso e a tempo debito sveleremo nuovi dettagli.

3) Hai registrato “Art of Suffering” in una sola estate. Come è stato il processo di registrazione? In studio hai modificato idee precedenti o introdotto nuovi elementi rispetto al materiale pre-registrazione?

Il processo di registrazione è stato standard, prima batteria, poi basso, chitarre ed infine voci, poi a registrazioni concluse, sono andato a Roma, dove Victor ha editato e mixato tutto il materiale (mastering compreso) e il risultato è quello che puoi sentire sul promo “Fragments” e sul full-lenght “Art Of Suffering”. In fase di editing i brani sono rimasti praticamente identici a come gli avevo concepiti, su consiglio di Victor abbiamo inserito qualche loop nelle parti più industrial,tagliato qualcosa che era di troppo e smussato qualche suono che era troppo invadente, ma fondamentalmente i brani rispecchiano abbastanza fedelmente i demo, solo che dopo il lavoro di Victor spaccano il xxlo!

Il vantaggio principale di aver registrato tutto da me è stato quello di potermi gestire il lavoro secondo tempi e necessità che non dovevo conciliare con uno studio di registrazione, ho potuto lavorare a qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualsiasi punto di casa mia, alcune voci sono state anche registrate a Lecce e non avevo nessuna fretta o pressione, dato che non c’era nessuno a cui dovevo dar conto.

Gli svantaggi invece sono prevalentemente di “comodità”, a volte è difficile tenere alta la concentrazione dei musicisti quando l’ambiente è troppo “amichevole”, è stato necessario, in certi casi anche diventare il “rompixxlle” di turno, però alla fine in questo modo si hanno più vantaggi che svantaggi, basta far capire che bisogna lavorare in modo serio, e le cose filano abbastanza lisce. Ovviamente poi registrare un album non è mai una passeggiata ma questo è proprio il bello della cosa.

4) La produzione e il missaggio del disco recano la firma di un’importante figura del panorama musicale italiano: Victor Love (Dope Star Inc – Epochate)! Come è nata questa collaborazione? Penso che il risultato di essa sia stato molto appagante.

Si, Victor è un grande ed è stato un piacere lavorare con lui. Il clima era molto sereno e lui è uno che sa dove mettere le mani. L’ho contattato senza grosse pretese, principalmente perchè so che è un produttore e un musicista molto impegnato, e poi non avevo idea di cosa potesse pensare della musica degli HATE INC. Ad ogni modo, un amico della band, essendo il cugino di Victor gli ha parlato di noi e gli ha detto che cercavamo la persona giusta a cui affidare la “gestazione” del nostro primo album, lui ha ascoltato i brani e ci ha contattati accettando di farci da produttore, è stato molto gentile, ci ha dato consigli su tanti fronti, ma la cosa che ci dava più motivazione nel lavorare con lui era che gli piaceva la nostra musica!

Alla fine da questa esperienza ho capito fondamentalmente che bisogna provarci sempre se si vuole che le cose prendano piede. Lavorare con un produttore di fama internazionale non è cosa da tutti i giorni ed è stata una delle esperienze più stimolanti da quando suoniamo, se poi questa esperienza da vita al tuo primo album, immagina che figata!

5) E ora una domanda di carattere extra-musicale Vincent. All’interno del promo ho trovato una citazione di Cesare Pavese e sul myspace, con molto piacere, ho letto numerose citazioni di altre figure di spicco della letteratura: De Balzac, Hermann Hesse, Ovidio, Byron, Paulo Coelho, Samuel Johnson e via dicendo.
Ho letto e seguito, con molto interesse, anche la corrispondenza/dibattito che hai avuto con una sorta di associazione religiosa.

Tutti questi sono elementi che hanno stimolato la mia curiosità e con piacere ho prestato molta attenzione alle tue liriche che si sono rivelate davvero ben scritte. Qual è il tuo rapporto con la letteratura? Quanto pensi Essa influenzi il tuo scrivere e/o il tuo pensiero?

Innanzitutto ti ringrazio per la splendida domanda! Io adoro leggere ed acculturarmi, sono costantemente assetato di sapere e sicuramente le mie letture hanno influenzato in modo determinante il mio pensiero,come lo scrivere canzoni, però in entrambe le cose hanno avuto un ruolo fondamentale anche le esperienze di vita vissuta. Come avrai potuto immaginare adoro Cesare Pavese, il suo pessimismo, la sua eleganza nel descrivere i fallimenti della vita, è un uomo che ha un grande fascino su di me come tutte le persone con una mente non standard, famose o no che siano.

Per quanto riguarda la questione di DIOBUONO.IT avevo intrapreso una corrispondenza con loro, con la speranza di avere un confronto culturale… ma come ogni volta in cui ti poni con qualcosa di destabilizzante davanti a gente che fa della routine e dei dogmi la propria ragione di vita, è stato tutto sterile, infatti non ho più proseguito a scrivere. Fondamentalmente avevo la speranza di rivalutare i credenti, di accettare le loro tesi pur non condividendole, invece è stata una delusione, i soliti discorsi da bar, i soliti “perchè è così”, “perchè dio lo vuole” (dio lo scrivo minuscolo di proposito).

Alla fine si sono rivelati i soliti ciarlatani, così intrisi di buonismo da generare ribrezzo. Io temo questa gente, si pongono come depositari della verità, e visto che stiamo parlando di cultura e di lettura, faremmo bene a leggere la storia, neppure troppo lontana, e accorgerci che quando qualcuno stabilisce che qualcosa è “buono” si tende a disprezzare ciò che non lo è. Tutte le aberrazioni della storia dell’umanità sono nate dall’ignoranza e le sue manifestazioni più celebrative sono proprio le istituzioni, la chiesa, i governi, la politica ecc ecc.

Spero che in futuro potremmo avere una popolazione che sviluppi un giudizio critico e scevro dalle credenze fantasiose delle religioni, che sappia scegliere la propria classe dirigente e che non si faccia prendere per il xxlo così facilmente. Allo stesso tempo, però, godo nel vedere gli ignoranti, gli stupidi e i bigotti subire queste angherie, del resto, l’ignoranza è una colpa, ed è un foxxutissimo peccato, come diceva La Vey, che non sia dolorosa.

6) Ritornando al lato musicale: siete già al lavoro su nuovo materiale inedito?

Si, addirittura mentre eravamo a lavoro su ART OF SUFFERING sviluppavo nuove idee, poi c’è tutto il materiale che non è finito sul disco e che abbiamo dovuto escludere. Abbiamo un sacco di roba in cantiere e nel prossimo disco voglio coinvolgere anche gli altri membri della band nella composizione, o quantomeno tentare questo esperimento. Mi farebbe piacere avere delle idee esterne, delle proposte, delle influenze nuove, come dicevo prima sono sempre assetato di apprendere, e anche le influenze musicali rientrano in questo campo.

Il nostro batterista scrive roba che mi piace molto, proprio in questi giorni sto scrivendo il testo di un brano che è nato da una sua idea, fondamentalmente vorrei evitare di scrivere da solo anche sul prossimo album, per evitare di ripetermi più che altro, ma anche per dare un maggiore senso di appartenenza agli altri ragazzi della band, ovviamente poi tutto il materiale proposto deve essere vagliato e reso coerente con il resto del repertorio.

7) State organizzando qualche live di promozione e qualche minitour con date straniere?

Per ora siamo in stand by, ci stiamo concentrando sul diffondere nella maniera migliore possibile “Fragments” e stiamo aspettando i primi responsi dalla stampa di settore. Probabilmente faremo delle date di spalla ai Dope Stars Inc. a gennaio, è tutto però ancora da stabilire precisamente. Certamente la nostra proposta musicale necessiterà di una visibilità anche fuori dall’Italia e speriamo presto di varcare i confini di qualche nazione nordeuropea!.

8 ) Domanda di carattere personale e domanda rituale oramai : cosa stai ascoltando in questo periodo? Qual è il tuo giudizio sulla scena musicale italiana odierna?

Sono una persona molto “fedele” da questo punto di vista, ascolto ora come tempo fa, e come penso tra 10 anni, i gruppi “pilastro” che mi hanno fatto amare questa musica: Ministry, NIN, Rammstein, KMFDM, Skinny Puppy… ecc ecc. Poi tra i miei ascolti, non manca mai qualche testimonianza della musica anni 50-60 (è strano, lo so). Generalmente divido la musica in due categorie, quella fatta bene e quella fatta male. Se è fatta bene, non pongo barriere di sorta ai miei ascolti. Se devo fare nomi, alcune delle persone che apprezzo del panorama italiano odierno sono: Giorgio Canali, Cristiano Godano (come paroliere), Franco Battiato, Adriano Celentano e pochi altri. Detesto invece tutti questi nuovi gruppetti finto-rock, che da un decennio a questa parte stanno portando il nulla sulle radio e sulle tv musicali italiane.

Sin da piccolo mi sono posto una domanda: “Perchè in Inghilterra hanno i Pink Floyd e in Italia invece abbiamo Pooh?” Penso che il danno maggiore sia da annoverare nelle menti dei giovani ascoltatori, che bombardati dal gruppetto del momento scambiano per “rock” tutti coloro che imbracciano una chitarra elettrica.

Non che io voglia una sorta d’elite di ascoltatori tutti colti e attenti a scoprire nuovi talenti sofistico-degenerati, però penso che il livello delle produzioni italiane sia calato a picco da un bel pò, e non è un caso, che un gruppi validi come ad esempio i Dope Stars Inc. siano considerati stranieri da molta gente, invece sono italianissimi. Forse, semplicemente, non siamo abituati alla qualità.

9) Bene Vincent è stato un piacere fare questa breve chiacchierata. L’intero staff di ERASKOR porge i complimenti alla tua band, ci sentiamo presto per la release di “Art of Suffering”.

Grazie a voi per lo spazio e complimenti a voi per il vostro lavoro a favore della musica, spero di poter chiacchierare presto di nuovo con voi. Ciao!

Vincent.

(A cura di Marco Squillino)

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