Primo lavoro sulla lunga distanza per la formazione pugliese già autrice di un mini i cui brani sono qui inclusi, e che trae linfa vitale da un mix tra Ministry (dei quali la band si dichiara grande fan) e le sonorità più morbide dei nostrani Dope Stars Inc. Il cd si apre con“Hypnotist”, brano in puro electro-punk style in cui colpisce il drumming sincopato, mentre da “Breed” in poi si dà avvio ai (diversi) tributi ai Ministry“Harangue” somiglia a “Just One Fix” (notate il riff centrale), “Made In Chains” sembra “Psalm 69”, “Art Of Suffering” prosegue sulla stessa lunghezza d’onda dei maestri. “Dissatisfaction”, invece, richiama i Dope Stars Inc. (come potrebbe essere diversamente visto che produttore è Victor Love), ed è un potenziale hit da classifiche alternative; “Fragments e “Tear” sono degli omaggi ai Deflore di ‘6 Degrees Of Separation’ (ovviamente escludendo il cantato). Non mancano cadute di tono (meglio definiti come filler) come “Whitout Your Skin”“Learn To Love” e l’ultimo brano (senza nome), tracce prive di nerbo. Il cantato, grazie a liriche catchy facili da ricordare, dà l’impressione di conoscere le parole che seguiranno prima ancora di essere pronunciate; un sound pulito e una produzione che non apppesantisce il songwriting (come il genere richiede), inoltre, mettono in evidenzia chitarre graffianti e doppio drumming umano/elettronico. Nel complesso una prova più che valida che aggiungerà i tarantini nel novero di una sempre più vasta e prosperosa scena industrial italiana.

Igor Fanelli

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