Vincent Vega è per gli Hate Inc. quel che Trent Reznor è per i NIN.
Insomma, è lui la mente dietro la Inc. dell’Odio.

A conti fatti, gli HI sono stati per anni la sua creazione, una sorta di mostro Frankesteiniano che unisce un sound tipicamente Manson(specie di quel sottovalutatissimo album che fu “Mechanical Animals”)ad una pesante ed evidente influenza Ministry. Insomma, in apparenza la matrice del suono dei nostri appare come un Industrial Rock dalle sfumature metalliche che richiama la scena statunitense. Ma vale davvero la pena perderci in quell’inezia che è la classificazione musicale? Veniamo piuttosto alla sostanza.

Questo “Fragments” è niente meno che un assaggio della miscela industriale di cui godremo appieno nel debut “Art of Suffering”, un promo pensato per stuzzicare l’appetito del pubblico.

E c’è da dire che riesce nel suo intento. Le 4 tracce contenute qui sono un ottimo compendio del sound dei nostri: oltre alle già citate influenze, palesi nel pezzo d’apertura “Fragments”, azzarderei i francesi Tamtrum, ben udibili, seppur in background, in “Learn to Love is not impossible”, le cui vocals nelle strofe ricordano invece da vicino i Godflesh di Justin Broadrick. Interessanti le liriche di “Harangue”, brano dall’incedere violento, un dito puntato contro un business ipocrita fatto di “vestiti, tappeti rossi, soldi e cocaina”. Un inaspettato arpeggio apre la conclusiva “Art of Suffering”, sfociante poi in una traccia perfetta per lasciare col fiato sospeso e la voglia di saperne di più.

Bene, allora…quand’è che potrò gustare il full lenght? Dopo ripetuti ascolti, l’aperitivo non basta…

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